Dal 2 al 13 dicembre 2019 si è svolta a Madrid la 25ª conferenza della United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC COP25)[1]. La sede designata era Santiago ma il 30 ottobre il Governo del Cile, a causa della difficile situazione che il paese sta vivendo, ha deciso di non ospitare l’evento.
Cenni storici:
L’UNFCCC, noto anche come Accordi di Rio, è un trattato ambientale internazionale prodotto nel 1992 nella Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite tenutosi a Rio de Janeiro in Brasile. In questa prima conferenza mondiale sull’ambiente, conosciuta come il primo Summit della Terra, vennero trattati argomenti come l’emissione di gas serra, i rifiuti tossici, le risorse alternative, l’uso dei combustibili fossili, la gestione sostenibile delle foreste, la tutela della diversità biologica, lo sviluppo sostenibile e il problema legato alla risorsa acqua.
Ai giorni nostri:
Il Presidente americano Donald Trump ha sempre contrastato la veridicità dei cambiamenti climatici e ha più volte ribadito di volere uscire dagli Accordi di Parigi ma… tutto dipenderà dalle prossime elezioni americane. Il perché è da ricercare in un escamotage voluto dall’ex Presidente USA Barack Obama[2], il quale fissò nei 30 giorni successivi alle elezioni 2020 il periodo utile per una eventuale uscita dagli accordi. In vista delle primarie del Partito Democratico del prossimo anno, i vari candidati si stanno confrontando anche sul tema dell’ambiente con proposte relative a un Green New Deal. Tali proposte sono in contrasto con la visione del Presidente Trump. Ecco perché, almeno dal punto di vista ambientale, le prossime elezioni presidenziali americane del 3 novembre 2020 saranno ancora più importanti a livello mondiale. Nel 2015 grazie anche all’azione diplomatica del Presidente Obama, la Cina firmò gli Accordi di Parigi ma nell’attuale instabile scenario della politica americana, fondamentale sarà l’esempio che l’Europa riuscirà a dare alla Cina e al resto del mondo.
A tale proposito Ursula Gertrud von der Leyen[3], Presidente della Commissione Europea, ha appena presentato il Green New Deal Europeo. Punti fondamentali di questo progetto ambientale nella lotta ai cambiamenti climatici sono:
- Riduzione del 50% (rispetto ai livelli del 1990) dei gas dispersi nell’atmosfera entro il 2030.
- Passaggio dal 20% al 32% della quota di fonti rinnovabili.
- Miglioramento del 32.5% dell’efficienza energetica entro il 2030.
- Neutralità* in termini di emissioni di CO2 entro il 2050
* Con il termine neutralità non si vuole definire una totale eliminazione delle emissioni nell’atmosfera ma una sorta di bilanciamento attraverso metodi come il rimboschimento e l’utilizzo di mezzi di trasporto a energia elettrica.
Il Green New Deal vuole essere una nuova visione di crescita fondata sulla salvaguardia dell’ambiente. Il “patto verde” è stato sottoscritto dai vari paesi dell’Unione Europea a esclusione della Polonia che al Consiglio Europeo ha chiesto tempo fino a giugno 2020. La decisione della Polonia è legata al fatto di essere una nazione con una economia fortemente basata sul carbone. A tale proposito chiede tempo per analizzare quali saranno gli strumenti finanziari a sua disposizione per poter raggiungere la neutralità in termini di emissioni di CO2 entro il 2050. A gennaio la Commissione Europea presenterà i primi provvedimenti legati al Green New Deal.
Appuntamento a novembre 2020 a Glasgow per la COP26 nella speranza che… il clima sia favorevole. In quella sede gli Accordi di Parigi 2015 dovranno essere ufficialmente avviati. Tali accordi sono finalizzati a non superare 1.5 °C di riscaldamento globale e a definire i relativi tagli di CO2 che ogni paese dovrà perseguire entro la fine del 2030.
Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito web delle United Nations (un.org).
Il prossimo decennio sarà quello decisivo nella lotta ai cambiamenti climatici. Il tempo dei buoni propositi è terminato ed è giunta l’ora di agire.
[1] Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. [2] 44° Presidente degli Stati Uniti d’America (2009-2017). Premio Nobel per la Pace 2009. [3] Politico ed ex Ministro della Difesa della Germania (2013-2019). Dal 1° dicembre è Presidente della Commissione Europea avendo sostituito Jean-Claude Junker.