Al via venerdì 8 marzo la dodicesima edizione della kermesse. Il segretario di Italia Viva: “Un abbraccio affettuoso ai pm che pensavano fosse un luogo di malaffare”. E annuncia che alle Europee di giugno farà “un passo avanti” e si candiderà “in tutte e cinque le circoscrizioni”.
“Hanno tentato di farci fuori, ma noi dal 2010 siamo ancora qui. E abbiamo visto passare tanti premier”: Matteo Renzi ha dato il via alla dodicesima edizione della Leopolda e l’ha conclusa, come sempre, domenica all’ora di pranzo. “La politica non è un social e la difesa comune europea oggi non è all’ordine del giorno se non a parole. E’ sul green deal che si vede il fallimento di Ursula von der Leyen”. Così Matteo Renzi chiudendo i lavori della Leopolda a Firenze. Per il leader di Italia Viva: “Non deve essere confermata e se sarò eletto proporrò di votare contro perché serve una leader e non una follower”.
Niente Leopolda di Firenze, né in presenza né da remoto, per il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Lo hanno precisato in mattinata fonti di via Arenula, in merito ad alcune informazioni circolate. L’esponente di IV, Maria Elena Boschi: “E’ ovvio che ha avuto pressioni politiche per annullare. Dispiace soprattutto perché questa Leopolda – forse la più partecipata di sempre – lo avrebbe accolto con piacere.” Renzi, “ha perso un’occasione ma facciamo anche senza”.
E spunta alla stazione Leopolda, a sorpresa, dove ha seguito l’ultima giornata dei lavori della kermesse di Italia Viva, nella mattinata di domenica 10 marzo, Francesca Pascale, l’ex compagna del Cavaliere: «Sono una donna libera e curiosa. Renzi erede di Berlusconi? Ha la stessa tenacia. C’è un passaggio di voti da Forza Italia a Italia Viva. Parte della classe dirigente che fu di Forza Italia oggi si riconosce nel leader di IV. Silvio lo considerava un genio della politica.»
Ed è proprio contro la visione di Tajani che si scaglia il leader di Italia Viva: «Hanno snaturato la visione europeista che in Berlusconi c’era e che oggi è diventata una visione da grigi burocratici quale è Antonio Tajani, e quale è Ursula von der Leyen»