La nuova Presidente del Paese, infatti, si chiama Droupadi Murmu, ha 64 anni ed è di origini davvero umili.
Nacque infatti in un paesino minuscolo che si chiama Uparbeda, un paesino dove ancora l’acqua si pompa a mano, le donne cucinano all’aperto e si vive senza elettricità. Figlia di un coltivatore di riso, per raggiungere la scuola elementare doveva marciare per chilometri. Al posto dell’elettricità, per studiare usava la luce di una lampada al kerosene. La passione per gli studi era tuttavia tanta, e divenne insegnante. Sfidando la mentalità corrente, che non vedeva di buon occhio le donne che si occupavano dell’amministrazione pubblica, entrò in politica con i fondamentalisti del Bjp e successivamente, nel 2015, divenne governatrice del Jurkhand, una terra estremamente povera. Adesso è diventata addirittura Presidente dell’India.
Come è naturale e fisiologico che sia, non mancano i detrattori, che sostanzialmente sostengono che eleggere candidati dalle comunità oppresse è solo una furba mossa per creare l’illusione dell’inclusività: pura ipocrisia per espandere la base politica tra le caste non-dominanti e racimolare quanti più voti possibile.