di Rebecca Mingrone e Francesco Persia
Sta facendo discutere in questi giorni la notizia di un presunto aumento dei contagi da Covid 19 nello stretto di Gibilterra.
La notizia è stata oppugnata e strumentalizzata dalle frange di persone contrarie al vaccino, note con lo pseudonimo di “No-Vax”, al fine di contestare l’efficacia della campagna vaccinale. Lo scopo di quest’articolo sarà, analizzando i dati relativi alla popolazione, al numero giornaliero di contagi e di decessi, e alla percentuale di vaccinati, quello di dimostrare quanto le argomentazioni degli anti vaccinisti possano essere valide in relazione alla specifica situazione di Gibilterra.
Quando infatti si analizza la presunta efficacia di questi vaccini, bisogna tener conto non solo del numero dei contagi giornalieri, ma anche del numero dei malati ospedalizzati (specialmente quelli che riempiono le terapie intensive) e dei decessi. Il vaccino, infatti, non garantisce la totale immunità dal contagio, ma fornisce un’importante protezione dalle forme gravi della malattia. Altro motivo di protesta presso i No-Vax concerne il numero di richiami richiesti dai vaccini anti Covid; in questi giorni infatti più paesi hanno dato il via alla somministrazione della terza dose alfine di contrastare il calo della risposta anticorpale, che secondo i più recenti studi si verifica circa sei mesi dopo la seconda dose. In relazione a ciò, bisogna ricordare che altri vaccini richiedono la somministrazione di ulteriori dosi, fra cui quelli per: il tetano, l’epatite B, la difterite, il meningococco B e l’influenza.
Tornando all’esempio di Gibilterra, nella giornata di ieri, 21 novembre 2021, si sono registrati 29 nuovi casi. La discussione sui social è divampata dalla percentuale di persone attualmente positive in relazione ad una popolazione relativamente bassa. Stando alle informazioni fornite dall’OMS e dal sito governativo di Gibilterra (https://www.gibraltar.gov.gi) i casi confermati in tutto il paese sarebbero 379. Dal momento che l’intera popolazione è di 34.003, la percentuale di attualmente positivi è dell’1.11 %. Sebbene queste cifre possano sembrare preoccupanti, bisogna comunque analizzare i dati relativi ai ricoveri ed ai decessi. Stando agli ultimi dati, cioè quelli del 21 novembre, vi è una sola persona ricoverata in terapia intensiva, e nessun decesso dall’11 ottobre (prima di quella data l’ultima morte risale al 23 agosto).
D’altro canto, la quasi totalità della popolazione è stata immunizzata, insieme ad alcune migliaia di lavoratori frontalieri. Sono state infatti somministrate ben 40.787 prime dosi, e 39.815hanno completato il ciclo vaccinale con entrambe le dosi.
In conclusione, dopo aver analizzato i dati relativi alla popolazione, ai vaccinati, ai contagi ed ai decessi, appare chiaro come la campagna vaccinale abbia dato esito positivo, e le attuali polemiche sull’inefficacia di questa, che negli ultimi giorni hanno assunto toni quasi “apocalittici”, risultano strumentalizzate e infondate. Infatti, esse non sono per nulla rette da comprovati dati scientifici; anzi, sono proprio questi a confutarle.