Gentilissimo Presidente
Mattarella,
come disse qualcuno dei suoi predecessori, nemmeno tanto simpatico, IO NON CI
STO.
IO NON CI STO a stare zitto, a dire che tutto andrà bene, perché, e lo sa anche lei, usciremo con le ossa rotte, il sistema Paese dovrà essere ricostruito da zero.
Certo ora è il momento del “tutti uniti verso l’uscita da questa Pandemia”, ma finita l’emergenza chi si assumerà la responsabilità di come ci siamo arrivati?
Chi si assumerà la responsabilità dei ritardi?
Chi si assumerà la responsabilità delle migliaia di vittime?
Chi si assumerà la responsabilità di non aver garantito il diritto alla salute?
Chi si assumerà la responsabilità di aver abbandonato le famiglie, gli anziani, le famiglie con disabili?
Chi si assumerà la responsabilità dei decreti scritti coi piedi? (e qui rientrano anche tutti i burocrati)
Chi si assumerà la responsabilità dell’aver minimizzato la situazione ed essere andato a farsi la foto e l’aperitivo dai cinesi, quando il problema non era il cinese ma la trasmissione del virus?
Chi si assumerà la responsabilità della non trasparenza verso il Popolo Italiano?
Perché, se siamo in stato d’emergenza dal 31 gennaio fino al 31 luglio, per 21 giorni chi ci governa ha finto che ciò non fosse? Di chi è la responsabilità di aver perso 20 giorni? 20 giorni preziosi, grazie ai quali si sarebbero potute salvare più vite.
Chi si assumerà la responsabilità di aver tenuto chiuso le Camere, mentre ci sono dottori, infermieri, Oss, farmacisti, commessi, militari, forze dell’ordine, volontari della Protezione Civile che rischiano la vita e a cui va il nostro grande grazie?
Il primo ad aver
invocato la convocazione del Parlamento, proprio per il rispetto verso le
categorie di lavoro che sono in campo e in prima linea è stato l’ex Presidente
della Camera Casini. La responsabilità Istituzionale è necessaria per il Popolo
e per i rapporti internazionali.
Sembra che il Parlamento non conti più nulla, quando invece la nostra è una
DEMOCRAZIA PARLAMENTARE. E lasciano perplessi coloro che votano su internet per
la “bellissima” democrazia diretta e sono i primi a non capire che con il
taglio dei parlamentari la vera democrazia diretta andrà a farsi benedire e
dopo si che sarà un parlamento di pochi, di ricchi e di lobby. Speriamo che lo
capiscano prima del Referendum, io son fiducioso.
Chi si assumerà la responsabilità del “facciamo questo in nome dell’emergenza”?
Chi si assumerà la responsabilità della comunicazione istituzionale, dei suoi ritardi?
Chi si assumerà la responsabilità della violazione dell’Istituzione del Governo, violentata dalle conferenze stampa su Facebook, senza la possibilità delle domande?
Chi si assumerà la responsabilità di queste dichiarazioni pubbliche senza avere pronti gli atti concreti?
Chi si assumerà la responsabilità dell’infondere la paura, attraverso dirette Facebook, talk show?
Chi si assumerà la responsabilità che in TV dovrebbero andare soltanto gli esperti e non gli opinionisti che creano confusione riguardo alla gestione medica dell’emergenza e di conseguenza anche ansie nella Popolazione?
Chi si assumerà la responsabilità che la RAI è un servizio di Stato e non può dare spazio a persone impreparate che a volte comunicano bufale oppure dati errati?
Chi si assumerà la responsabilità dell’emergenza sociale ed economica che verrà dopo il coronavirus?
Chi si assumerà la responsabilità del “tanto sono anziani”?
Chi si assumerà la responsabilità del crollo della Borsa?
Chi si assumerà la responsabilità di non essere in grado di far valere il nostro ruolo in Europa, che oramai non ha più nulla di quello che era negli intenti di chi l’ha fondata?
Chi si assumerà la responsabilità di questa narrazione Mainstream?
Chi si assumerà la responsabilità della narrazione da guerra? Non siamo in guerra, siamo in pandemia e purtroppo non eravamo preparati.
Chi si assumerà la responsabilità di tutelare i diritti, e i doveri, una volta usciti dall’emergenza?
In momenti come questi andava mantenuto un rapporto di fiducia tra governo e cittadini, rapporto fatto di trasparenza, verità e confronto.
Caro Presidente,
lo sa anche lei, è arrivato il momento che il nostro popolo diventi veramente
un Popolo e non solo il 25 Aprile, il 2 giugno, il 4 novembre, il 17 Marzo, in
stati di emergenza, ecc.
Passata l’emergenza avremo la possibilità di ripartire da zero: andrà
“ricostruito” tutto.
Dobbiamo tornare a far si che questo popolo di Santi, Poeti, Eroi, Artisti,
Navigatori, Geni, continui e riprenda a rendere bello il mondo, come in
passato.
Siccome sappiamo che tra
emergenza Coronavirus, Referendum e semestre bianco non si andrà a votare fino
al 2023, faccia si che venuta meno la pandemia, verrà meno anche questo
governo, e si costituisca un governo di unità e ricostruzione nazionale.
Lei però è anche il solo, ma non solo perché ha il nostro appoggio, di dire ora
più che mai: IO NON CI STO. E, finita l’emergenza Covid-19 fare quello che va
fatto: un vero governo di unità nazionale. Faccia si che chi siede in
Parlamento si assumi la responsabilità di quel che è stato e di quel è e di
quel che verrà.
Caro Presidente,
lei rappresenta l’unità nazionale ed è il garante della Costituzione. Possiamo
solo immaginare quanti schiaffi vorrebbe tirare a tutti, maggioranza e
opposizione, la capiamo benissimo.
È l’unico modo, forse, se vogliamo ripartire, ma non come prima, meglio di
prima. Ed è ora che chi di dovere si assuma le proprie responsabilità.