Londra – Dalla mezzanotte del 1° febbraio la Gran Bretagna non fa più parte dell’Unione Europea.
Dopo il referendum del 2016 e quaranta mesi di negoziati, il Regno Unito esce dopo 47 anni dall’UE.
“L’Unione europea si è evoluta in una direzione che non andava bene“, afferma il premier britannico Boris Johnson, “inizia un’era di amicizia e cooperazione con Ue. Nonostante tutto abbiamo obbedito al popolo. Il momento di cambiare è arrivato. Sorge l’alba e la tenda si alza su un nuovo atto della nostra grande storia nazionale“.
Migliaia di persone si sono ritrovate in piazza per il countdown. Per Nigel Farage, leader del Brexit Party: “è un momento incredibile”.
Solo il tempo dirà se la scelta della Gran Bretagna è stata azzecata, nel frattempo nel continente c’è chi come Romano Prodi afferma che tra non molto “avranno problemi e tempo 15/20 anni torneranno nell’Unione Europea”.
La bandiera dell’Union Jack è stata rimossa dalle sedi del Consiglio Europeo, mentre la bandiera europea continuerà a sventolare davanti al parlamento scozzese, nazione nella quale nel 2016 vinse la voglia di restare nell’Unione Europea.
È la prima volta che un paese lascia l’Unione Europea, seguiranno anche altri questo esempio?
Dal 2021 sarà obbligatorio il passaporto, per trasferirsi nel Regno Unito per periodi maggiori di 3 o 6 mesi, occorrerà un visto di lavoro o di studio. Il visto di lavoro sarà rilasciato soltanto a chi dimostrerà di avere un contratto di lavoro con uno stipendio che superi le 30mila sterline l’anno, misura stabilita per limitare l’ingresso nel paese di manodopera non specializzata. L’euro non sarà più accettata come valuta di scambio.