Quando incamminandoci lungo un sentiero all’interno di un parco naturale rimaniamo colpiti dalla pace che solo la natura ci sa regalare, difficilmente pensiamo a quanto siamo fortunati a poter godere di questi luoghi meravigliosi. La realtà è che non è sempre stato così. Le aree naturali protette sono una sorta di scoperta recente che si è fatta strada solo nella seconda metà del XIXº secolo. Il concetto stesso di parco naturale è nato negli Stati Uniti d’America del boom industriale che portò alla costruzione di palazzi, strade e ferrovie. In quell’America verrà fondato, nel 1872, il primo Parco Nazionale al mondo, lo Yellowstone National Park. Sarà poi la volta del Sequoia National Park e dello Yosemite National Park entrambi fondati nel 1890. Da quel momento altri paesi nel mondo inizieranno a regolamentare la protezione delle aree naturali. Sorgeranno così i primi parchi in Australia (1879), Canada (1885), Nuova Zelanda (1887), Namibia (1907), Svezia (1909), Uruguay (1916) e Giappone (1934). In Italia bisognerà aspettare il 1922 con la fondazione del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Se in quel periodo nasce e prende piede una visione di salvaguardia del patrimonio naturalistico in parte lo si deve a un uomo, John Muir (1838-1914), che amava la natura selvaggia e che dedicò la sua vita a proteggerla.
John Muir fu un ambientalista e scrittore scozzese naturalizzato americano. I genitori di John emigrarono in America nel 1849 e costruirono una fattoria nel Wisconsin. Muir iniziò fin da piccolo ad assaporare la vita all’aria aperta che lo portò, tra il 1866 e il 1867 a intraprendere un lunghissimo viaggio a piedi dall’Indiana alla Florida. Nel 1868 si trasferì a San Francisco e da qui iniziò a visitare la valle dello Yosemite di cui si innamorò e la catena montuosa della Sierra Nevada. Per tutta la vita continuò a esplorare boschi e montagne raccontandone la selvaggia bellezza. Nel 1892 fondò il Sierra Club, la prima organizzazione ambientalista al mondo. Questa associazione è rappresentata in tutti i 50 stati americani e opera solo su suolo statunitense. Il Sierra Club ha due scopi fondamentali, da una parte quello di favorire le attività all’aria aperta al fine di esplorare e godere della bellezza della natura, dall’altra parte promuovere la conservazione dell’ambiente al fine di proteggere i luoghi selvaggi.
<< And into the forest I go, to lose my mind and find my soul. >>[1]. (John Muir)
In un’epoca in cui il consumismo e la tecnologia la fanno da padroni sorge spontanea una domanda: “A cosa servono i parchi naturali ?”. Domanda lecita in una società basata sulla produttività. La risposta è semplice, i parchi sono il mezzo fondamentale per contrastare il progresso dell’uomo che tende a disboscare e trivellare per costruire ancora e ancora in una sorta di disturbo ossessivo compulsivo. I parchi non servono, sono essenziali. Grazie alla loro presenza molte specie viventi hanno un habitat dove vivere un’esistenza in equilibrio con i ritmi della natura. Salvaguardare la fauna e la flora non è un atto da Don Chisciotte della natura ma una forma di rispetto verso gli altri organismi viventi che condividono il pianeta con noi. La Terra non è di proprietà degli esseri umani ma dalle nostre azioni passerà la sua sopravvivenza.
[1] << E dentro alla foresta vado a perdere la mia mente e a trovare la mia anima. >>.