Il 16 dicembre 1770 in una umile famiglia tedesca di Bonn nasce Ludwig van Beethoven. Compositore, pianista e direttore d’orchestra che attraverso la straordinaria forza espressiva della sua musica fu capace di creare un fil rouge tra il Classicismo e il Romanticismo. L’immagine a fianco rappresenta un ritratto del maestro mentre lavora alla stesura della Missa Solemnis in Re maggiore, Op.123. Il dipinto è opera del pittore tedesco Joseph Karl Stieler (1781-1858).
(Ludwig van Beethoven – Joseph Karl Stieler)
I genitori di Beethoven, Maria Magdalena Keverich (1746-1787) e Jean van Beethoven (1740-1792), ebbero sette figli ma solo Ludwig e i più piccoli Kaspar Anton Karl e Nikolaus Johann sopravvissero. Pur avendo un padre musicista, che sarà il suo primo insegnante, Ludwig crebbe nella Germania del Settecento dove non esistevano scuole di musica. La sua formazione fu affidata a musicisti pittoreschi. Ricevette lezioni di organo, viola e violino e conobbe anche gli aspetti meno piacevoli del mestiere come dover suonare la messa delle sei del mattino. Alcuni dei suoi insegnanti erano capaci di suonare e improvvisare per ore e lui potendo partecipare a queste jam sessions, imparo che la fantasia è l’elemento più importante per una prestazione artistica convincente. Questa fase particolare della sua formazione gli insegnò a confidare nel potere dell’immaginazione, che diventerà la sua “eccentricità”.
Nell’aprile del 1787 Beethoven va a Vienna per conoscere Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) e chiedergli di poter studiare sotto di lui. Purtroppo però, lo stato di salute della madre si aggrava e lui deve subito far ritorno a casa. Nello stesso anno la madre morirà e il padre sprofonderà nell’alcol. Beethoven diventa così, per i cinque successivi anni, responsabile sia per i suoi due fratelli minori che del padre alcolista. L’alcolismo avvolse tristemente il destino della famiglia Beethoven. La moglie del nonno Louis morì a causa di esso e anche lo stesso Ludwig, quando morì, aveva il fegato distrutto. Nel 1792 Ludwig si trasferisce a Vienna e poco dopo il padre muore.
Un momento molto importante nella produzione musicale di Beethoven arriverà nel 1801 quando porterà a termine la composizione della Sonata per Pianoforte No.14 in Do diesis minore, Op.27 No.2 “Chiaro di luna”. Questa opera, definita “quasi una fantasia” dallo stesso maestro, diverrà una delle sue composizioni più famose. Il nome “Chiaro di luna” deriva da un’osservazione fatta dal poeta e critico musicale tedesco Ludwig Rellstab (1799-1860) che paragonò l’effetto del primo movimento con quello del brillante chiaro di luna sopra il Lago Lucerna.
Il maestro Beethoven fu colpito, non ancora trentenne, da ipoacusia[1] ma continuò a suonare fino al 1811 e poi si dedicò solo alla composizione. Dal 1818 il compositore, praticamente sordo, fu costretto a comunicare per iscritto, con piccoli taccuini o con una lavagnetta, soprattutto quando si trovava in uno spazio pubblico.
Ludwig van Beethoven morì, molto probabilmente a causa di una intossicazione cronica da piombo, il 26 marzo del 1827 a Vienna. Sapendo che molti avrebbero voluto partecipare al suo funerale venne deciso di tenerlo il pomeriggio del 29 marzo. Nonostante il freddo, le cronache raccontano che oltre ventimila persone, di ogni rango e ceto sociale, parteciparono. Tra i musicisti illustri sia Franz Peter Schubert (1797-1828) che Carl Czerny (1791-1857) furono presenti.
In un momento storico così particolare che ci vede affrontare più sfide contemporaneamente, dalla pandemia da COVID-19 ai cambiamenti climatici, risulta ancora più importante ricordare una data nella vita di Beethoven. Il 7 maggio 1824 a Vienna venne rappresentata per la prima volta pubblicamente la Nona Sinfonia. Quest’opera dall’incommensurabile potere musicale e poetico fu scritta dal maestro per necessità di mettere in musica l’ode “Inno alla gioia”[2] del poeta e drammaturgo tedesco Friedrich Schiller (1759-1805). Quest’opera rappresenta un messaggio di gioia e fratellanza universale, quello di cui il mondo ha più che mai bisogno oggi.
Nel festeggiare i 250 anni dalla nascita di Beethoven non possiamo non pensare alla fortuna che abbiamo avuto nel poter vivere in un’epoca che ci offre, con la sua tecnologia, la possibilità di godere della musica senza tempo creata da questo genio immortale.
[1] Indebolimento dell’apparato uditivo dovuto al danno o alla degenerazione di uno o più dei suoi componenti.
[2] Adottato nel 1972 dal Consiglio d’Europa come inno ufficiale dell’Unione Europea in quanto: << senza parole, con il linguaggio universale della musica, questo inno esprime gli ideali di libertà, pace e solidarietà perseguiti dall’Europa. >>.