16 gennaio 2021, l’impresa è compiuta. Mai prima d’ora una spedizione era riuscita a violare durante la stagione invernale la vetta del K2, che con i suoi 8611 metri sul livello del mare rappresenta la seconda montagna più alta del mondo dietro solo al Monte Everest (8849 m). A portare a termine questa missione sono stati dieci alpinisti nepalesi: Nirmal Purja, Mingma Gyalje, Dawa Tenzing, Kilu Pemba, Dawa Pemba, Gelje, Mingma Tenzi, Mingma David, Pem Chhiri e Sona.
Questa incredibile impresa assume un significato che va oltre il gesto tecnico e atletico. Conquistando la vetta della maestosa montagna questi uomini hanno regalato al loro popolo il giusto e meritato posto nella storia dell’alpinismo. Tutti i membri del team sono giunti in vetta contemporaneamente cantando l’inno nepalese. Si sono aspettati e sostenuti fino alla fine pensando solo a rappresentare il loro paese.
I membri di questa spedizione sono tutti sherpa[1] tranne Nirmal Purja. Quest’ultimo, classe 1983, è famoso per essere stato capace di scalare nel 2019 tutti gli 8000 del mondo, ben 14, in soli 189 giorni. All’interno di questa impresa Purja è stato capace di realizzarne un’altra, forse ancora più incredibile, ovvero scalare 3 di queste vette (Everest, Lhotse e Makalu) in soli 3 giorni.
Breve Storia del K2
Questa montagna rappresenta la vetta più alta del Karakoram, la catena montuosa dell’Asia centrale situata sul confine tra Pakistan, Cina e India. Il Karakoram, che si estende per circa 500 km, si trova a nord-ovest della catena dell’Himalaya e tra le sue vette spiccano quattro degli 8000 presenti nel mondo: K2, Gasherbrum I, Broad Peak e Gasherbrum II.
Questa catena montuosa, grazie alla presenza di temperature medie molto basse, è una delle aree del pianeta più ricca di ghiacciai. Il ghiacciaio Siachen copre una superficie di circa 700 km2 e presenta un’estensione di circa 70 km. L’esplorazione di quest’area iniziò verso la fine del XIX secolo.
Per molti alpinisti, tra cui l’italiano Reinhold Messner (1944- )[2], il K2 è la vetta più difficile da scalare. La motivazione è da cercare sia nell’estrema ripidezza dei suoi versanti che nelle difficoltà tecniche dei passaggi ad alta quota. A questi aspetti dev’essere aggiunto il fattore clima, sempre molto rigido e imprevedibile.
La vetta di questa montagna fu raggiunta per la prima volta nel 1954 da una spedizione italiana guidata da Ardito Desio (1897-2001). Gli uomini che vennero selezionati per raggiungere la vetta furono Achille Compagnoni (1914-2009) e Lino Lacedelli (1925-2009) che non ci sarebbero riusciti senza il fondamentale lavoro svolto da Walter Bonatti (1930-2011) e Amir Mahdi (1913-1999), che trasportarono le bombole d’ossigeno utilizzate per terminare l’ascensione. Altri membri della spedizione che furono protagonisti delle ultime giornate di scalata oltre i 7000 metri furono Pino Gallotti (1918-2008), Erich Abram (1922-2017) e Ubaldo Rey (1923-1990).
[1] L’Enciclopedia Treccani definisce sherpa la popolazione appartenente a uno dei gruppi etnici nepalesi, stanziata alle pendici dell’Everest (ma originaria delle province orientali del Tibet), la cui occupazione principale, un tempo limitata alla pastorizia e all’agricoltura, è diventata, in seguito alle sempre più frequenti spedizioni alpinistiche sull’Himalaya, quella di portatori e guide, attività estesa anche a incarichi di responsabilità.
[2] Alpinista, esploratore e scrittore italiano. Messner è stato il primo uomo a portare a termine la scalata di tutti gli ottomila presenti sulla Terra. Onorificenze ottenute: Medaglia d’oro al Valore Atletico (1977) e Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2014).