24 marzo1882, il medico tedesco Heinrich Hermann Robert Koch (1843-1910)[1] annuncia la scoperta del responsabile della tubercolosi, il Mycobacterium tuberculosis. Nel 1982, a cento anni da quell’annuncio, l’International Union Against Tuberculosis and Lung Disease[2] propose di instituire la Giornata Mondiale della Tubercolosi.
Il Mycobacterium tuberculosis, conosciuto anche come il bacillo di Koch, è un batterio a forma di bastoncello della lunghezza di 2-10 µm. e del diametro di 0.3-0.5 µm. Esso rappresenta il principale agente eziologico della tubercolosi umana. Altre specie del genere Mycobacterium (M. africanum e M. bovis) possono portare allo sviluppo di questa malattia.
L’infezione si contrae per via aerea attraverso i batteri espulsi da una persona contagiosa. La malattia colpisce generalmente i polmoni e pur essendo una patologia infettiva e contagiosa, si devono verificare alcune condizioni perché avvenga la trasmissione:
- La persona malata deve essere affetta da tubercolosi polmonare attiva ovvero presentare i sintomi dell’infezione.
- La carica batterica deve essere molto elevata.
- Il malato non deve essere in terapia.
- Il ricambio dell’aria nell’ambiente deve essere scarso o assente.
Importante ! Si stima che quasi ¼ degli esseri umani sia portatore del batterio della tubercolosi. Il batterio si troverebbe nel nostro corpo in uno stato dormiente pronto ad attivarsi appena il sistema immunitario si dovesse indebolire.
L’ultimo report della World Health Organization (WHO)[3] stima che nel 2019 circa 10 milioni di persone abbiano contratto la tubercolosi, di cui circa 1.2 milioni sono bambini. I morti a causa della malattia sono circa 1.4 milioni. Il numero delle vittime, pur essendo molto alto, si è ridotto di circa 2.4 milioni rispetto al 2000. Circa 2/3 delle persone colpite da questo bacillo si trovano in solo otto nazioni del mondo (vedi tabella).
Nazione | Nº persone contagiate | Nº morti |
Repubblica dell’India | 2.640 milioni | 445.000 |
Repubblica d’Indonesia | 845.000 | 96.000 |
Repubblica Popolare Cinese | 833.000 | 33.000 |
Repubblica delle Filippine | 599.000 | 28.000 |
Repubblica Islamica del Pakistan | 570.000 | 44.000 |
Repubblica Federale della Nigeria | 440.000 | 155.000 |
Repubblica Popolare del Bangladesh | 361.000 | 39.000 |
Repubblica del Sudafrica | 360.000 | 58.000 |
(Tabella: Numero stimato di persone contagiate e morte a causa della tubercolosi – WHO)
La situazione in Italia: Nel nostro paese vengono segnalati circa 4000 nuovi casi ogni anno.
A che punto è la ricerca ?
Ad oggi esiste un solo vaccino disponibile, il bacillo Calmette-Guèrin[4] che si basa su ceppi attenuati di Mycobacterium bovis. Questo vaccino presenta un’efficacia limitata e circoscritta ai bambini sotto i 10 anni di età e viene normalmente utilizzato nelle aree del mondo in cui le condizioni sanitarie non consento altro intervento. Una recente sperimentazione sulle scimmie, in cui il vaccino veniva somministrato per via endovenosa invece che sotto la cute, sembra aver dimostrato una protezione quasi totale a sei mesi dalla somministrazione.
Attualmente la sperimentazione può contare su 14 vaccini che si trovano tra la fase I e la fase III dei trials clinici. A questi vanno aggiunti i 22 farmaci e le varie combinazioni di terapie utilizzati nei trials clinici.
Per ulteriori informazioni è possibile visitare i siti web della WHO (who.int) e dell’ISS (epicentro.iss.it).
[1] Koch è considerato uno dei padri fondatori della microbiologia insieme al chimico francese Louis Paster (1822-1895) e al botanico tedesco Ferdinand Julius Cohn (1828-1898). Vincitore del Premio Nobel per la Fisiologia o Medicina 1905.
[2] L’Unione Internazionale contro la Tubercolosi e le Malattie Polmonari è un’organizzazione scientifica fondata nel 1920 a Parigi.
[3] L’Organizzazione Mondiale della Sanità è un’agenzia speciale delle Nazioni Unite. La WHO è stata fondata il 7 aprile 1948 e ha sede a Ginevra. Il suo obiettivo, attraverso vari progetti, è il raggiungimento per tutti i popoli del più alto livello possibile di salute.
[4] Ideato, dopo quasi vent’anni di sperimentazione, dal medico francese Léon Charles Albert Calmette (1862-1933) e dal veterinario francese Jean-Marie Camille Guérin (1872-1961).