Agosto 1955, dopo sei giorni di arrampicata in solitario, Walter Bonatti (1930-2011)[1] scala la parete sud delle Aiguilles du Dru del massiccio montuoso del Monte Bianco. Dalle vette delle Alpi al K2, al confine tra Cina e Pakistan, dalla Tanzania e Uganda fino al Perù e al Cile passando per la Patagonia. La carriera alpinistica di Bonatti durerà circa quindici anni e poi, dopo tante imprese, il “re delle Alpi” deciderà di dedicarsi all’esplorazione di regioni selvagge. La sua curiosità e la voglia di scoprirsi immerso nella natura lo porteranno ad avventure ai confini della Terra, dall’Alaska al Venezuela, dall’Indonesia allo Zaire il mondo sarà il suo giardino di casa. Grazie all’offerta di Epoca, una rivista del tempo, Bonatti potrà esplorare il mondo e consegnarcelo attraverso i suoi reportage. Luoghi come l’Antartide e la Patagonia, che ancora oggi ci sembrano quasi inarrivabili, saranno svelati attraverso i suoi racconti.
A giugno 2021, grazie al lungo lavoro relativo all’Archivio Walter Bonatti donato dagli eredi, il Museo della Montagna di Torino aprirà le porte della mostra dedicata alla vita di questo grande avventuriero. Tra diapositive, materiale audio e video, attrezzature varie, oggetti etnici e altro ancora sarà possibile comprende meglio la vita di un uomo che ha amato la natura e ce l’ha fatta conoscere attraverso i sui scritti e le sue fotografie.
<< La montagna è stata per me soprattutto un motivo e un mezzo per andare oltre, per dare spazio alla mia curiosità. […] Ma dalla montagna ho avuto anche altre emozioni non meno importanti, come il vivere al di fuori di certi schemi sociali, limitanti e spesso deludenti; il muovermi in una natura grandiosa e genuina, che mi è congeniale; il misurarmi soprattutto con me stesso; il trovare la mia identità. >>. (Walter Bonatti)
Per informazioni sulla mostra dedicata a Walter Bonatti è possibile visitare il sito del Museo Nazionale della Montagna di Torino (museomontagna.org).
[1] Alpinista, esploratore, giornalista e scrittore italiano. Onorificenze ricevute: Medaglia d’Oro al Valore Civile (1965), Ufficiale dell’Ordine della Legion d’Onore (2000) e Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2004).