Giuseppe Conte si ostina a rimanere attaccato alla poltrona di premier. Nessuna resa. Nessun cenno di cedimento, nessuna intenzione di presentare le dimissioni al Capo dello Stato che potrebbero consentirgli, in seguito alle consultazioni, un nuovo incarico per un Conte ter.
Giuseppe Conte rimane seduto sulla poltrona di Presidente del Consiglio dal primo giugno 2018, in carica da ben 963 giorni, undicesimo nella classifica dei Premier per durata, a soli 61 giorni proprio dall’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi (che di giorni ne fece 1024). Sarà questo il motivo per cui si ostina a rimanere lì?
Il pallottoliere di Palazzo Madama attribuisce al Governo Conte II tra i 153 e i 155 voti, (ben lontani dalla maggioranza assoluta di 161) se avesse un po’ di dignità, avrebbe già dovuto presentare le sue dimissioni al Colle. Non lo fa perché Italia Viva si asterrebbe (così come ha fatto alla Camera ieri) e con 155 voti a favore riuscirebbe ad avere comunque la maggioranza relativa.
Perde però definitivamente Italia Viva, cercando di raccattare persone di idee diverse in cambio di chissà quali posti o promesse. Questo Governo è debole e non sta facendo il bene del Paese e dovrebbe accorgersene anche il Presidente della Repubblica.
Chissà se all’ultimo minuto e successivamente al medesimo discorso al Senato di appello di Conte ai “volenterosi e costruttori” senza mai concedere all’avversario Renzi la soddisfazione neppure di una citazione, al contrario di quanto fece nell’agosto 2019 quando affrontò con durezza Matteo Salvini, sarà proprio lo stesso Matteo Renzi ad accorgersi della debolezza del premier e allora potrà, con una piroetta, cambiare il voto da astensione a contrario per mandarlo sì, senza se e senza ma, direttamente su al Quirinale.