Una nuova prima volta irreale per la Fortitudo Bologna in BCL, dove la squadra di Meo Sacchetti viene surclassata all’Unipol Arena di Casalecchio dai tedeschi del Brose Bamberg 63-100.
Proprio nella settimana di Halloween, il ritorno in Europa della Effe a distanza di dodici anni dall’ultima volta si trasforma in un terrificante scherzetto per mano di un avversario molto più esperto e abituato a questo tipo di competizioni.
Una gara già alla vigilia molto difficile vista la corta panchina a disposizione dei Biancoblù, complici soprattutto le assenze di Happ, fuori almeno un mese dopo l’infortunio con Milano; Fantinelli, convocato in panchina ma recuperato appieno per poter giocare) e Fletcher, risultato positivo asintomatico nei giorni scorsi. Quintetto iniziale forzato per Sacchetti, che aggiunge ai titolarissimi Banks-Aradori-Whiters, il playmaker Sabatini e il capitano Mancinelli.
Pronti, via: ospiti già avanti 4-12, dando l’idea di non voler lasciare nulla al caso. Nonostante un breve parziale firmato Mancinelli-Banks, gli ospiti prendono il largo e sentenziano, quarto dopo quarto, una squadra rimaneggiata, confusa e soprattutto molto corta. Passano i minuti e il divario tra le due squadre aumenta sempre di più, toccando dapprima il +20 a fine secondo quarto, poi un +30 alla fine del terzo, fino al +37 di fine gara.
Una prestazione sicuramente da dimenticare che sottolinea ancora una volta la necessità della Fortitudo di operare urgentemente sul mercato (si fanno i nomi degli svincolati Saunders e Samuels) e poter allungare un roster molto risicato. Una gara a senso unico che ha visto da un lato una squadra orfana di giocatori importanti e apparsa più arrendevole che agguerrita; dall’altro la nuova assenza del pubblico fortitudino, dopo le nuove norme in vigore con il D.P.C.M. del 26 Ottobre, per contrastare la diffusione del Covid-19. Unica nota lieta della serata è l’esordio europeo del giovane Ugochukwu Simon Andrew, per tutti Ugo, che dopo la prima apparizione in campionato contro Milano, trova perfino la via del canestro negli ultimi istanti di gioco.
Dopo la sconfitta contro l’Olimpia Milano di domenica scorsa, continua il periodo nero della squadra di Bologna, capace di vincere fino ad ora una sola partita dall’inizio della stagione.
A fine gara, l’allenatore dell’Aquila ha parlato così ai giornalisti:
’’Ovviamente non era l’inizio che ci aspettavano e speravamo di poter giocare una partita diversa. Penso anche, con grande onestà, che l’alibi del roster decimato ci possa essere concesso questa sera, includendo anche l’indisponibilita di Aradori a partita in corso. Questo, però, non può bastare per giustificare una prestazione cosi sotto tono’’.
Le statistiche finali sorridono ovviamente al Bamberg, con una sontuosa gara di Larson (23 pt), insieme a Lockhart (19 pt) e l’italiano Vitali (17 pt); nella Effe si segnalano invece i 17 pt. di Mancinelli, i 14 di Banks e i 10 di Palumbo. Alta percentuale al tiro da 2 per gli ospiti: 26/40 (65%) rispetto al 21/48 (44%) dei padroni di casa(44%); discorso simile per il tiro da 3, con un 13/25 per il Bamberg (52%), rispetto al 5/23 della Effe (22%).
Forse la “prima volta non si scorda mai” in questo caso si deve dimenticare in fretta. Nel prossimo impegno di campionato infatti, la Fortitudo sarà chiamata contro Brindisi ad invertire la rotta, prima che sia troppo tardi per rimediare. Sarà una partita speciale per l’ex di turno, Adrian Banks, che torna così in quella che è stata la sua casa nelle ultime stagioni. Al momento i Biancoblù in campionato chiudono la classifica, assieme a Roma e Treviso, con 2 punti realizzati in cinque partite (una vittoria e quattro sconfitte).
TABELLINI:
Fortitudo Lavoropiù Bologna – Brose Bamberg 63 – 100 (18-26; 31-51; 47-77; 63-100).
Fortitudo Bologna: Banks 14, Aradori 2, Mancinelli 17, Simon 2, Dellosto, Palumbo 10, Fantinelli NE, Withers 8, Totè 6, Sabatini 4. All. Sacchetti
Brose Bamberg: Fieler 16, Gruttner, Hundt 3, Kravish 8, Larson 23, Lasisi 2, Lockhart 19, Odiase, Ogbe 4, Plescher, Sengfelder 8, Vitali 17. All.
Roijakkers
A cura di Roberto Giusti